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Fare sistema per i beni culturali in tempi di crisi

Mar 9, 2015 | 2015, Eventi

Favorevolmente accolto il convegno di studi “I beni culturali in tempi di crisi”, organizzato da Fondazione Monte dei Paschi di Siena in collaborazione con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’Università degli Studi di Siena e con il patrocinio di ACRI. L’incontro si è svolto nei giorni scorsi presso l’Aula Magna dell’ateneo senese e ha visto la presenza di numerose testimonianze di studiosi del settore e ospiti istituzionali di rilievo.
Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps, ha aperto i lavori sottolineando il senso dell’iniziativa congiunta fra le due fondazioni toscane e le rispettive università territoriali con l’obiettivo di “fare rete” e di estendere in futuro la collaborazione anche ad altre fondazioni toscane. Per Clarich le fondazioni devono dialogare, collaborare e progettare cose insieme con finalità innovative e comuni, soprattutto nei confronti del proprio territorio di appartenenza.
Il presidente Clarich ha ricordato che, attualmente, la Fondazione sta collaborando con il Comune di Siena per il rilancio del complesso museale del Santa Maria della Scala, uno dei gioielli cittadini, su un progetto condiviso da consegnare alla città e agli enti territoriali per la valutazione e l’attuazione, almeno parziale.
Il rettore dell’Università degli Studi di Siena Angelo Riccaboni ha espresso entusiasmo per il simposio che affronta il tema con carattere multidisciplinare nel luogo ideale per lo scambio e il confronto fra saperi e competenze diversi. Il rettore ha annunciato che l’ateneo senese presenterà una serie di appuntamenti legati ai temi della sostenibilità economica-finanziaria, con il coinvolgimento degli enti senesi, in una logica di apertura all’ascolto, alle esperienze, agli interventi e alle diverse prospettive. L’università impronta una riflessione su soluzioni in tempo di crisi che non possono non essere basate sul principio dell’innovazione; è necessario, quindi, trovare soluzioni che siano diverse rispetto a quelle intraprese in passato senza cristallizzarsi su paradigmi, ma vedere l’argomento in maniera più fluida.

Il sindaco Bruno Valentini ha evidenziato nel suo saluto la delicata situazione che la città di Siena ha affrontato negli ultimi due anni. Oggi le istituzioni senesi stanno ritrovando un loro equilibrio, e il Comune ha posto la cultura al centro delle politiche strategiche per lo sviluppo dell’economia e la difesa dell’occupazione. Il Comune, infatti, sta perseguendo l’obiettivo di fare di Siena la sede di un’agenzia dedita alla produzione culturale e all’innovazione turistica in un’ottica sostenibile, un modello che possa essere utile anche al resto della Toscana. Valentini ha poi sottolineato che la Fondazione Mps non potrà più essere un mero sponsor finanziario, ma partner e braccio operativo per la città.
Anche il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Umberto Tombari ha ribadito che la prima risposta possibile in questa grave congiuntura è quella di “fare sistema” secondo un modello di governance collettiva che veda lavorare assieme su un progetto condiviso soggetti privati con la loro autonomia e partner pubblici. Per Tombari l’incontro senese è un segnale di avvio di collaborazione tra due fondazioni bancarie e si inserisce in un percorso in atto da qualche tempo e che ha visto tutte le fondazioni bancarie della toscana collaborare per un convegno sul welfare e per la Settimana della cultura in Toscana promossa dalla Regione. Ente CR Firenze, insieme a Fondazione Mps, all’Università di Firenze e al Maggio Musicale, sta programmando per fine anno un convegno dedicato alle istituzioni musicali. In autunno Villa Bardini a Firenze, ospiterà una mostra dedicata alla splendida raccolta di opere d’arte di Banca Monte dei Paschi di Siena che è allestita nell’ambito del progetto dell’Ente Cassa chiamato Piccoli Grandi Musei al quale collaboreranno tutte le fondazioni bancarie della Toscana.

A seguito dei saluti istituzionali Marco Cammelli, presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e presidente della commissione per le attività e i beni culturali dell’ACRI, in qualità di moderatore del convegno ha elogiato l’iniziativa delle due fondazioni toscane che hanno avuto il coraggio di affrontare sotto molteplici aspetti un tema così delicato in tempi di crisi.
Per Cammelli la crisi di questi anni è anche un’occasione da non perdere e a testimonianza del lavoro svolto dalla commissione attività e beni culturali dell’ACRI, ha portato all’attenzione i temi delle risorse, della conformazione delle attività istituzionali (i restauri, l’agire per progetti, la promozione della sostenibilità), degli attori in gioco e dell’organizzazione delle fondazioni nel settore culturale.

Approfondimenti sono stati poi esposti da Giuseppe Manfredi, professore di diritto amministrativo nella Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – Sede di Piacenza, sui I modelli organizzativi tra mito e realtà; Luca Zan, professore di economia aziendale e coordinatore del GIOCA – Graduate degree in Innovation and Organization of Culture and the Arts nella Università Alma Mater Studiorum di Bologna, su Management e patrimonio culturali: politiche ed esperienze a confronto; Fabio Donato, professore di economia aziendale nella Università degli Studi di Ferrara e rappresentante italiano nella Commissione Europea per Horizon 2020, su Mai sprecare una crisi: verso la sperimentazione di nuovi modelli di governance; infine, Francesco Pistolesi, professore di diritto tributario all’ Università degli Studi di Siena, su Il ruolo delle agevolazioni fiscali nella gestione dei beni culturali in tempi di crisi.

Fiorella Kostoris, professore di economia politica all’Università La Sapienza di Roma, a cui sono state affidate le conclusioni dopo i numerosi interventi ricchi di spunti di riflessione, ha offerto al pubblico considerazioni riassuntive e aggiuntive dal punto di vista della finanza pubblica, ambito che le è proprio. Nel suo intervento ha fatto presente che oggi sono cadute le barriere ideologiche che separavano la tutela dalla valorizzazione dei beni culturali, pertanto il nuovo approccio favorisce un’integrazione metodologica e un dialogo fra discipline diverse a favore di nuove sinergie.

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